La giovane compagnia Kepler–452 porta in scena uno spettacolo sul ricordo e la dimenticanza.

Uno spettacolo che si misura con la memoria e con il suo sbiadire: fisiologico e materiale – come quando un’alluvione trascina in un’onda di fango grigio gli oggetti di una vita – o sociale, quando la perdita della memoria è la rimozione di quello che siamo stati e, a specchio, l’impossibilità di immaginare quello che potremmo essere.

Album raccoglie storie e immagini da varie parti d’Italia e d’Europa, di persone e comunità. Immagini che compongono una storia espansa, sospesa tra l’infinitamente piccolo del privato delle nostre vite minuscole e l’infinitamente grande dei disastri che ci troveremo a fronteggiare e che già oggi presentano il conto.

Un album senza confini che parla di anguille, ricordi, scatoloni, strutture sanitarie, alluvioni, camminando in mezzo agli spettatori.

Gli album di Kepler hanno la capacità, attraverso un sofisticato apparato tecnico che si nasconde tra le cose, di uscire dalla semplice narrazione per trasformarsi in un’esperienza condivisa tra l’artista in scena e gli spettatori, che si trovano in mezzo a un flusso continuo di immagini e pratiche esistenziali che solo apparentemente riguardano gli altri, ma che in modo profondo appartengono anche a noi.

– Mario Bianchi, klpteatro.it


Bella scrittura lucida che non passa mai per la pancia, ma attiva cellule più profonde di immedesimazione, di catarsi, di vero e proprio rito collettivo, collante e cibo per l’anima. I Kepler sono teste pensanti mai banali che ci fanno risuonare dentro parole consuetudinarie donando ad esse nuovi e più alti significati. Scatta un momento altissimo di condivisione e rappresentazione, di vicinanza e commozione e ci guardiamo negli occhi meno soli, più coinvolti, più consapevoli, più umani.

– Tommaso Chimenti, Colpi di Scena

Kepler-452 è una compagnia teatrale che nasce nel 2015 a Bologna. La compagnia è composta da Nicola Borghesi e Enrico Baraldi e per la parte organizzativa, Roberta Gabriele. Fin dalla sua nascita la compagnia coltiva un’ambizione, un desiderio, un’urgenza: aprire le porte dei teatri, uscire, osservare, attraverso la lente della scena, ciò che c’è fuori, nell’incrollabile convinzione che la realtà abbia una forza drammaturgica autonoma, che aspetta solo di essere organizzata in scena. I formati teatrali realizzati da Kepler-452 spaziano dal coinvolgimento in scena di non-professionisti (o attori-mondo, come preferiamo chiamarli) sulla base delle proprie biografie, a reportage teatrali che trasformano indagini sul reale in momenti performativi, alla creazione di percorsi audioguidati e altri dispositivi di interazione con lo spazio urbano, fino alla realizzazione del Festival 20-30 che, a partire dal 2014, ha portato in scena varie centinaia di under 30 nel tentativo di tracciare un affresco generazionale. A partire dal 2018 comincia un percorso di produzione con ERT / Teatro Nazionale che porta alla realizzazione, nel 2018, di Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso, spettacolo vincitore del Premio Rete Critica 2018, in cui il testo di Cechov incontra la storia di uno sgombero realmente accaduto in Italia nel 2015; F. – Perdere le cose, che debutta a Vie Festival nel 2019, e affronta la vicenda di un migrante senza documenti che, secondo la legge italiana, non può entrare in scena; nel 2022 debutta Il Capitale – Un libro che ancora non abbiamo letto, in cui il fondamentale testo di Marx è raccontato attraverso la voce e i corpi di un gruppo di operai della GKN di Firenze, un’azienda i cui lavoratori sono stati licenziati in blocco con un’ e-mail nel luglio del 2019.

9 - 11 Febbraio 2024

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