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Una casa di bambola

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Una casa di bambola

Andrée Shammah rovescia un canone di uno dei testi fondanti del teatro borghese e presenta uno spettacolo straordinario.

– Roberto Mussapi, l’Avvenire


A interpretare i tre ruoli maschili è un attore di razza come Filippo Timi.

– Maria Grazia Gregori, l’Unità


Marina Rocco, nei panni di Nora, non poteva essere scelta migliore.

– Persinsala.it

Scritto da Ibsen nel 1879, Casa di bambola è sempre stato identificato come il manifesto dei diritti delle donne e del loro ruolo nella società.
La regia penetra negli strati dell’ affascinante universo di questa casa, per esplorare la profonda crisi di identità del “maschile” distanziandosi dalle facili interpretazioni che hanno spesso accompagnato il testo e il personaggio di Nora, la sua protagonista. Nora gioca a fare la bambola per imprigionare il marito nel suo ruolo di maschio, fino a quando si stufa e cambia radicalmente, facendolo precipitare in una profonda crisi.
È proprio questo il momento in cui si condensa l’attenzione di Andrée Ruth Shammah, che da regista donna, posa il suo sguardo non sulla donna che si ribella, bensì sulla solitudine dei personaggi maschili del testo, tutti interpretati dall’estro espressivo di Filippo Timi. Accanto all’attore umbro, nel ruolo di Nora, per la terza volta protagonista in uno spettacolo di Andrée Shammah, Marina Rocco.

Il nuovo allestimento di Andrée Ruth Shammah risulta a dir poco rivoluzionario, se non inedito (…) bravissimi Filippo Timi e Marina Rocco (…). La regista firma una felicissima messinscena, felicissima anche perchè si ride per due ore e mezza delle tre totali; poi si piange. (…) Sapiente anche l’imbastitura circolare e metateatrale della recita (…) Non sarà femminista, però che femmina questa Nora!

– Camilla Tagliabue, Il Fatto Quotidiano


La sensazione bellissima (e altrettanto rara) che si prova quando uno spettacolo intorno a cui si crea un clima di aspettative alte si conferma di qualità. Un testo di grande umanità, intenso nel racconto delle emozioni, dei segreti e delle bugie che stanno dietro a un’unione coniugale; un allestimento ricco e di buon gusto, nella scenografia e nei costumi; dulcis in fundo, una straordinaria performance attoriale.

– Giovanni Luca Montanino, sipario.it


L’adattamento registico di Andrée Ruth Shammah è un bellissimo capolavoro di artigianato teatrale e coglie a pieno le intenzioni dell’opera ibseniana, Nora, un’incredibile Marina Rocco che disegna, con estrema bravura sul palco, le sfaccettature emozionali più disparate, portando lo spettatore a credere di essere stato catapultato nella vita reale della bionda platino estremo alla Kim Novak, e che vince sui tre personaggi maschili, ruoli affidati all’istrionico e insuperabile Filippo Timi, suo marito l’avvocato Helmer, il dottore Rank e, infine, il procuratore Krogstad che simbolizzano differenti tipi di figura maschile e differenti rapporti con Nora, a cui si rivolgono, non come una loro pari, la definiscono una bambina o una bambola, ma tutti e tre sedotti e manovrati dall’instabile ingenuità della protagonista e da ciò si comprende le differenti decisioni che prende nei confronti di ognuno di loro, fino a quella radicale, abbandonare i tre figli piccoli e il marito.

– Nicola Garofano, tivoo.it