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Ritratto di donna araba che guarda il mare

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Ritratto di donna araba che guarda il mare

Premio Riccione 2013 per la drammaturgia per questo testo di Davide Carnevali, autore teatrale tra i più apprezzati, soprattutto all’estero.
Un testo sulla condizione della donna e sul potere dell’uomo, una lotta verbale che genera distanza e alimenta incomprensioni.
Una riflessione non scontata su migrazione e scontri tra culture, e allo stesso tempo un’esplorazione della possibilità del tragico nella contemporaneità.
Un uomo europeo, solo in una città senza nome del Nord Africa, incontra una giovane donna: i personaggi parlano lingue diverse, ma per lo spettatore “sono la stessa lingua”.
La comunicazione appare dunque costantemente precaria: ed è proprio attraverso l’utilizzo di un linguaggio sfuggente e scivoloso che lo scontro-incontro tra culture rivela tutta la sua ambiguità.
L’autore si serve di una visionarietà vivida e capace di dare consistenza teatrale alla narrazione, per poi raggelarsi in un finale dalla quiete apparente, insieme funerea e rassicurante.
Il tempo di un’illusione. Lo spazio è la tabula rasa che possa accogliere questa illusione. Sono frammenti, istanti tesi, interrogazioni dell’anima. Si procede per associazioni, contrasti e come un puzzle, pezzo dopo pezzo si intravede un disegno finale.

[...] A volte, in un piccolo teatro di provincia, capita di imbattersi, al suo debutto, in uno spettacolo di originale fattura, che ti apre dubbi e domande che hai dentro e allo stesso tempo sono il fulcro di un mondo in continua ebollizione. [...] La bella regia di Claudio Autelli porta in scena questo testo di Carnevali, per nulla buonista, che scava in mondi in cui ognuno coltiva i propri desideri e le rispettive incontrovertibili ragioni. E lo fa in maniera semplice e complessa allo stesso tempo, attraverso un raffinato continuo gioco a rimpiattino tra luce e attori. (...) Aiutato in modo perfetto da Alice Conti, Michele Di Giacomo, Giacomo Ferraù e Giulia Viana, lo spettacolo afferra per la mente e per il cuore lo spettatore e lo porta a considerare in modo diverso una realtà che invece pareva di conoscere alla perfezione.
Mario Bianchi – KLP Teatro
[...] Continuano a convincerci i Lab 121 che, dopo “L’insonne” dalla Kristof, con il consueto tormento interiore, portano in scena “Ritratto di donna araba che guarda il mare”, di Davide Carnevali, Premio Riccione, dove tra atmosfere che ci ricordano “Lo straniero” di Camus, il concetto di “normalità” viene stravolto e relativizzato, dove la cultura non viene derubricata a folclore, in quella percezione di incomunicabilità tra popoli così lontani così vicini da una parte, di infinito e complicato rispetto dall’altro: l’integrazione passa da qui.
Tommaso Chimenti – Il fatto quotidiano