Archivio / Teatro

Medea

Archivio / Teatro

Medea

Il progetto proposto da Dario D’Ambrosi e dal suo Teatro Patologico, in collaborazione con l’Università di Roma “Tor Vergata”, Euroma2 e l’Istituto “Lorenzo de’ Medici”, è di portare in scena una particolarissima versione della Medea di Euripide, a conclusione di un intenso e riuscito percorso teatrale, quello della scuola di formazione teatrale per ragazzi diversamente abili La Magia del Teatro.

Lo spettacolo vede in scena ragazzi con disabilità e attori professionisti, tra cui Almerica Schiavo nel ruolo di Medea e Sebastiano Somma nel ruolo di Creonte, Paolo Vaselli nel ruolo di Giasone, Morgana Forcella e Michela D’Ambrosi nel ruolo di Glauce.
L’adattamento possiede come elemento centrale il rapporto tra corpo e linguaggio: un corpo che si fa lingua e comunicazione, grazie all’importantissimo ruolo che ricoprirà la musica dal vivo di Francesco Santalucia e Papaceccio. Il linguaggio assume sostanza soprattutto attraverso l’uso del greco antico. Lo spettacolo prevede infatti sia l’uso dell’italiano che del greco antico (risultato di un attento lavoro di studio e consulenze filologiche). Ciò che ha delineato i diversi momenti e quindi il diverso uso delle due lingue è proprio l’emozionalità, i diversi stati emotivi che caratterizzano questa violenta quanto commovente storia. La musica dal vivo accompagna i momenti in greco antico, non come semplice tappeto musicale ma come vero e proprio intervento corporeo ad arricchire, completare le suggestioni che saranno evocate da un lingua così antica e musicale; la lingua italiana sarà lasciata al silenzio, all’assenza di musica, a quella carica di suggestioni ed emozioni che saranno presenti nei monologhi di Medea quanto nei rapidi e intensi scambi di battute.

La scelta del testo ed il successivo lavoro di sperimentazione dimostrano che il lavoro di D’Ambrosi con i ragazzi con disabilità non è solo una forma di terapia, ma anche la fantastica possibilità di espressione artistica ed emotiva, un luogo di aggregazione e di formazione entusiasmante in cui giocare e divertirsi sul serio, in cui i ragazzi disabili hanno potuto sentirsi ed essere finalmente protagonisti.