Si avvisa il gentile pubblico che giovedì 18 Aprile in via straordinaria il foyer NON sarà accessibile e i servizi di bar e guardaroba NON saranno attivi. Ci scusiamo per il disagio.

AVVISO: giovedì 18.04 il foyer NON è accessibile e NON sono attivi bar e guardaroba.

Archivio / Teatro

Io, Caravaggio

Archivio / Teatro

Io, Caravaggio

Dopo esser stato presentato per anni a Parigi e in tutta la Francia, Io, Caravaggio arriva a Milano in una nuova versione.
Caravaggio rivive davanti agli occhi dello spettatore: l’infanzia nel piccolo borgo lombardo, l’approccio alla pittura, i primi problemi con la giustizia, la fuga a Roma nella speranza di fare fortuna.
Nella Città Eterna il giovane Michelangelo Merisi, grazie a pochi quadri carichi di una forza e di un erotismo mai visti, sconvolge la pittura e raggiunge la gloria. I potenti se lo contendono, i cardinali lo proteggono e rapidamente diventa il pittore ufficiale della Chiesa.
Ma Caravaggio è un uomo dal carattere violento e solitario: rifiuta ogni compromesso, ogni vantaggio che il suo talento e i suoi contatti potrebbero garantirgli. Il suo modo di vivere è una costante provocazione, un affronto continuo alla morale e i processi a suo carico si moltiplicano: passa lunghi periodi in prigione, assapora il gusto amaro del declino e della miseria, si macchia di omicidio e viene condannato a morte.
La sua vita terminerà, in modo tragico e misterioso, su una desolata spiaggia al nord di Roma.

L’essenziale per me era di aver incontrato un personaggio in carne ed ossa: un uomo che si racconta e si mette a nudo. Un ribelle votato all’autodistruzione. Un artista alla perenne ricerca della perfezione. Un essere violento ma allo stesso tempo fragile, seducente e sconvolgente come lo sono i personaggi dei suoi dipinti.
Cesare Capitani
Nel 2010, partendo da un romanzo di DominIque Fernandez, Cesare Capitani ha scritto la bellissima pièce Io, Caravaggio che per mesi è stata in cartellone con grande successo di pubblico e di critica. Per ribadire che un italiano sa conquistare la scena francese.
Fabio Gambaro - il venerdì di Repubblica, marzo 2016