Archivio / Teatro

I Promessi sposi alla prova

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I Promessi sposi alla prova

Uno spettacolo memorabile di sorprendente freschezza e vitalità che coinvolge tutti e incanta i giovani.

Andrée Shammah fa rivivere lo spettacolo originario del 1984: “Per quanto lontano dai noi e dallo spirito del nostro tempo, un classico è tale perché capace di risvegliare dubbi ed emozioni proprie a tutti gli esseri umani”.

Sul palco, giovani interpreti affiancati da grandi attori (Laura Marinoni, Luca Lazzareschi, Carlina Torta) che con generosità si mettono “alla prova” con la scrittura di Testori arricchita da incursioni del capolavoro manzoniano.

Uno spettacolo imperdibile e di raro impatto emotivo. [...] Grazie alla prova magistrale di tre bravissimi attori - Luca Lazzareschi (il Maestro, cioè il regista motore della storia), Laura Marinoni e Carlina Torta -, accompagnati da un cast di giovani brillanti, nei Promessi sposi di Testori (stessa scenografia degli anni Ottanta) si narra con poesia, delicatezza e arguzia pirandelliana la vicenda di Renzo e Lucia. A impreziosire il racconto manzoniano è l’espediente di una prova teatrale in cui i personaggi e la loro storia si confondono, si scambiano, si contaminano del vissuto degli attori, che quindi portano in scena - ognuno - il proprio romanzo personale.
Roberto Ciarapica - Tgcom24

APPROFONDIMENTO DEDICATO AI DOCENTI: nella sezione Formazione per le scuole
Andrée Ruth Shammah risponde alle domande dei docenti sullo spettacolo: I Promessi sposi alla prova del web.

Una vitalità sorprendente, riservata soltanto ai grandi classici [...] Ogni personaggio sembra preso dall’oggi: non si soffre del passaggio del tempo, in nessuna fase dello spettacolo, che pure dura oltre tre ore, ma anzi si gode di una leggerezza, di una inaspettata freschezza rare oggi da ritrovare sui palcoscenici.
Stefania Vitulli - Il Giornale

Una varietà complessa e stratificata, che Andrée Ruth Shammah amalgama con una regia di grande raffinatezza, capace di fare eco di un testo che è parte di lei ma senza cedere alla nostalgia, ed anzi esaltandolo, come solo gli autentici atti d'amore e d'omaggio possono, in un virtuoso intrecciarsi di passato e presente. (…) Un equilibrio votato all'oggi raggiungibile soltanto sottoponendo i Promessi Sposi a una "impossibile prova di realtà", perché a prendere spazio in palcoscenico sia la vita, che solo sulla scena può "farsi carne, inossarsi, farsi realtà
Chiara Palumbo - Cultweek.com

Ci sono momenti storici in cui alcuni testi ci sembrano necessari; la prima volta che ho messo in scena I Promessi sposi alla prova con Franco Parenti ne sentivo la necessità e la sento oggi, come e forse più di allora.

Testori ha accolto, tradito o tradotto le parole di Manzoni in una nuova forma che rende contemporanee e facilmente comunicabili verità antiche di cui abbiamo nuovamente bisogno. Con questo spettacolo, non solo si vuole restituire al pubblico uno dei capisaldi della letteratura italiana e far conoscere e amare la riscrittura di Testori, ma si intende esortare a camminare con una nuova consapevolezza nel nostro tempo e a riscoprire i fondamenti del Teatro, come lo intendo io ancora e sempre di più.

Andrée Ruth Shammah

Certa di un classico, col coraggio che l’ha sempre contraddistinta, Andrée Ruth Shammah ha deciso di riportare sul palcoscenico uno dei capisaldi del rapporto Testori-Teatro Franco Parenti, I Promessi sposi alla prova, rilettura del capolavoro manzoniano. Uno spettacolo curato, evocativa la bella scena di Fercioni, e di bello scavo registico nel viaggio maieutico-testoriano nell’arte del teatro, il mestiere, nella realtà, nella libertà. Viaggio d’insegnamento, che affida al regista/maestro Luca Lazzareschi che, con molta bravura, mostra un volto da fine ragionatore pirandelliano teso nell’intento di togliere il romanzo di Manzoni dalle panie vischiose della scuola e dalla «luce intellettual piena d’amore» dei letterati e precipitarlo nella gente, con la gente di ogni epoca calpestata dai potenti, impossibilitata a essere artefice del proprio destino, e farne vivere, «incarnare» il linguaggio. Testori focalizza alcuni episodi che ben mostrano l’ingiustizia e tra questi la monaca di Monza, una bravissima Laura Marinoni estrema di passione e disperazione, ma ben attenta alla misura, «pilastro nero» sprofondata nel suo nero. Testori e Shammah sono certi che «insegnare, oggi, è ritornato necessario».
Magda Poli - Corriere della Sera
Ho l’impressione che Andrée Ruth Shammah, mettendo in scena di nuovo, dopo decenni, I Promessi sposi alla prova di Giovanni Testori, nel momento della sua vita in cui – come dice Shakespeare – “la maturità è tutto”, abbia voluto fare i conti con se stessa, con i traguardi raggiunti ma anche con quelli che, come capita a tutti, ci sono sfuggiti di mano per un soffio. Sì, mi piace pensare a questo spettacolo come a un bilancio dove ci si voglia fermare, confrontare per capire quale sarà la nuova strada da percorrere.
Maria Grazia Gregori - dalTeatro.it
La regia di Andrée Ruth Shammah punta con molta intelligenza, più che sul teatro nel teatro, sul teatro che esce dal teatro per diventare incontro. Ciò che distingue questo spettacolo, e gli dona un’aura preziosa e toccante, è il fatto d’essere stato pensato per i giovani.
Enrico Fiore - Controscena
La regia memorabile di Andrée Ruth Shammah utilizza l'unità di luogo per far vivere a pochi metri di distanza, anche con sfumature irresistibili di ironia, la casupola di Agnese e Lucia e il Castello di Don Rodrigo. Vediamo, letteralmente, attraverso i semplici sortilegi degli attori, le profondità dell'Adda, i pizzi del Duomo di Milano, la meraviglia e lo smarrimento [...].


Via, per l'alto mare aperto, braccati da editti e mandati di cattura, dall'ira pusillanime di un parroco, dalla foia altezzosa di un signorotto locale, da una parte all'altra della Lombardia, Milano, Monza, fino a Venezia, mentre la precarietà dell'esistenza si fa materia pulsante nel corpo degli attori chiamati a rappresentare I Promessi Sposi proprio a Lecco. Uno alla volta entrano nella grande sala prove, chiara e disadorna, stretti in cappottini e cappellini, in maglioni e montgomery, soffiandosi sulle mani per il freddo, ciascuno pronto a contestare e ascoltare il regista, il Maestro, e insieme a lui la storia raccontata da Manzoni, a interpretarla, reinventarla [...].


La storia, anzi le storie, quella di Manzoni e la rivisitazione di Testori, ci travolgono come se fossimo piccoli sassi abbandonati all'impeto di rumorosa frana.
Lucia Tempestini - Scénario

Laboratorio di ri-scrittura creativa per la scuola secondaria di II grado