Archivio / Teatro

Tropicana

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Tropicana

La canzone è quella del Gruppo Italiano, tormentone di molte estati dal 1983 e inno alla spensieratezza. Ma di cosa parla davvero Tropicana? Lo spettacolo che svela il cortocircuito tra testo e significato recondito della canzone, le vicende della band dal nome mal scelto e i rovelli identitari della giovane compagnia. È un’elaborazione della paura, della paralisi, dell’ansia e dell’aspettativa. Lo spettacolo, tra ironia e nonsense, cela il malessere di una generazione senza ideali, una generazione che “esplode” tra balli superficiali, bevendo una bibita dolce. In un’epoca in cui anche l’arte diventa merce, come si può andare avanti reinventandosi ma mantenendo una propria identità?

I ragazzi di FRIGOPRODUZIONI, dietro l’apparente leggerezza, hanno messo sù un lavoro in cui si raccontano con sincerità e bravura senza guardarsi solo l'ombelico come tanta drammaturgia e post drammaturgia che si vede in giro. Il fallimento comunicativo di Tropicana è quello di tanti giovani artisti, sospinti tra le ineluttabili dinamiche del successo e l'estro della propria poetica.
Anna Bandettini - repubblica.it
In scena l’aria è rarefatta, l’atmosfera è fredda, chirurgica nei rapporti e nelle espressioni. La recitazione, calibrata al millimetro è naturale ma gelida allo stesso tempo. Altro che ironia. Lo sbotto di Marsicano, prima di lasciare il microfono e uscire di scena, è una doccia gelata – e, più che autoironia, si respira una sottile forma di violenza.
Mailè Orsi - Persinsala.it