Archivio / Teatro

Opera panica

Cabaret tragico

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Opera panica

Cabaret tragico

Un testo divertente, assurdo, violento e politico sulla ricerca della felicità. Niente moralismi, solo la grande poesia di Jodorowsky.

Dopo Niente più niente al mondo di Massimo Carlotto e Bull di Mike Bartlett, Fabio Cherstich che dirige spesso anche opere (l’ultima Figaro – Opera camion è stata prodotta dal Teatro dell’Opera di Roma e dal Massimo di Palermo), si mette in gioco con un testo del grande scrittore, drammaturgo e regista cileno.

E come in una partitura senza regole e visionaria il regista friulano alterna una selezione delle 26 mini-pièce tra songs philosophique dal sapore brechtiano, piccoli balletti e video-pantomime, originali, colorate, dinamiche, esilaranti. Non c’è trucco, non c’è inganno: tutto è rigorosamente dal vivo.

Inevitabile rimanere sedotti e spiazzati dalla comicità e dal paradosso di un’umanità incastrata nella sua stessa esistenza.

È un testo che ho conservato gelosamente dentro a un cassetto come un sogno da molti anni, da quando ho incontrato Antonio Bertoli, amico e traduttore di Jodorowsky che mi ha regalato la versione ciclostilata del testo dicendomi: "una volta letto non potrai più farne a meno". Aveva ragione. A distanza di 16 anni da quell'incontro lo metterò finalmente in scena.
Fabio Cherstich

«Lo spettacolo è pensato come un pastiche indisciplinato e visionario, un cabaret tragicomico come la nostra esistenza. Sul palco si alternano una selezione delle 26 mini-pièce che compongono il testo originale con songs philosophique dal sapore brechtiano, piccoli balletti e alcune video-pantomime. Quattro attori interpretano i tanti personaggi protagonisti del testo, accompagnati dalla musica composta ad hoc ed eseguita dal vivo dal duo di musicisti milanesi Duperdu. Durante la preparazione dello spettacolo ho incontrato Jodorowsky a Parigi per parlare con lui del testo e mi è rimasta impressa una frase che mi ha detto citando il suo manifesto per un teatro panico “I romani dicevano Io indicandosi la pancia. Per loro il cervello era solo un congelatore delle idee che nascono calde all’altezza dell’ombelico. Il teatro si esprime con l’inconscio. Bisogna permettere ad esso di fluire in scena con la stessa libertà con cui sgorgano i sogni.”»
Fabio Cherstich

Opera Panica è un lavoro ad alto tasso di contaminazione, un anarchico e vitale inno alla vita nella sua dissacrante bellezza, come sgorga dal testo magico e brutale di Jodorowsky.
Michele Weiss – La Stampa Milano
Cherstich costruisce una scatola scenica di fantasiosa eleganza estetica, sfruttando colori e citazioni grafiche, video live e specchi deformanti a contenere un cabaret di prospettive sghembe con balletti e musica. Gli attori assecondano in agilità e destrezza una partitura disposta a sussulti, deragliamenti, cambi di ritmo e di costumi. Uno spettacolo divertente,intelligente e tutt'altro che banale.
Sara Chiappori – la Repubblica
Qui, dal panico surrealista ne esce un dramma satiresco contemporaneo, in perfetto equilibrio tra dionisiaco e apollineo, che tanto piacerebbe agli antichi come ai moderni, a Nietzsche come a Jodorowsky.
Camilla Tagliabue – Il Fatto Quotidiano
Quel che salta all’occhio sono la cura, l’attenzione, l’alto grado d’inventiva, la padronanza dei codici e il loro uso professionale – suoi, ma non meno degli attori e del duo – che fanno di questa Opera Panica uno spettacolo molto “godibile” e “ben fatto”. E chissà che questa capacità di uscire da teatro, portandosi dentro queste e altre riflessioni, non sia, a suo modo, un atto psicomagico.
Francesca Romana Lino – Fattiditeatro
E così, in un equilibrio sorprendente, si susseguono i vari quadri dove i quattro giovani attori protagonisti si esprimono in un crescendo di quell'arte totale (panica) esplorata dal grande drammaturgo. Un carosello visionario e divertente, che si risolve in un limpido approccio al pensiero e alla poesia del grande drammaturgo cileno.
Tiziana Montrasio – Il Sole 24Ore Domenica
Sono pezzi di vita che passano attraverso l’occhio deformante dell’autore, nel vigore del linguaggio teatrale, talvolta circense, tra assurdo e follia, burlesque, risata e tragicomica.
Raffaella Roversi – 2duerighe
L'umanità viene messa a nudo in modo straniante, dando vita ad un componimento assurdo, simbolico e potente che arriva direttamente allo spettatore.
Francesco Sileo – Vice-Creators