Si avvisa il gentile pubblico che giovedì 25 Aprile la biglietteria rimane chiusa. Leggi di più +

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Sarà aperto il servizio di botteghino a partire da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli.

Archivio / Teatro

Mamma a carico

Mia figlia ha novant'anni

Archivio / Teatro

Mamma a carico

Mia figlia ha novant'anni

Ironia e risate per raccontare una storia profonda che appartiene a tutti noi:
una figlia si prende cura di una madre non più autonoma tra momenti di angoscia e smarrimento

Mia madre mi ricorda l'oceano in tempesta.
L'ho visto una volta ed era uguale a lei.

Un monologo ironico e struggente sul rapporto tra una donna di cinquant’anni, Gianna, e una vecchia ribelle di novanta, cieca, che porta occhiali 3D perché da sempre è abituata ad avere qualcosa sul naso; non cammina più e la testa ogni tanto va per conto suo.
Quella vecchia è Anna, la madre di Gianna. Attraverso una storia vera e personalissima lo spettacolo parla di tematiche universali come il prendersi cura di chi ci ha generato, il conflitto genitori e figli a tutte le età, la lotta per accettare ciò che la vita ci dà e ci toglie. Lo fa con grazia, ferocia, umorismo, musica.
Il testo teatrale è tratto dal libro Mamma a carico – Mia figlia ha novant’anni, scritto dalla stessa Gianna Coletti ed edito da Einaudi nel 2015.
Lo spettacolo, unico nel suo genere, avrà una voce in più, quella di Anna, che rivive sul palco attraverso preziosi documenti video estrapolati dal film Tra cinque minuti in scena di Laura Chiossone.
Questi estratti, che immortalano sequenze di vita reale tra le due donne, completano la messa in scena e interagiscono con il racconto di Gianna.
Il film, uscito nelle sale nel 2013, è stato molto apprezzato da critica e pubblico. Vincitore del premio Cicae Art Cinema ad Annecy nel 2012, Premio Fice miglior Film Indipendente nel 2013, miglior film al Miff di Mosca nel 2015.
Dopo il film e il libro, il testo teatrale conclude la trilogia del rapporto madre–figlia nella fase più delicata dell’esistenza.
Uno spettacolo leggero, profondo, in cui ci si identifica, ci si commuove e si ride.

Sempre con leggerezza e comicità, vengono toccati nervi scoperti del rapporto madre-figlia e temi caldi della nostra epoca: di cosa si nutre la vita di una novantenne, cosa fare quando non si può più fare qualcosa. La morte arriva, incombe ma ha un incedere delicato, quasi fatato e si colora di poesia e levità.
Laura Timpanaro – SaltinAria.it