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Dal 3 al 28 maggio 2018, Fondazione Cineteca Italiana, nell’ambito delle attività culturali del palinsesto Novecento Italiano promosso dal Comune di Milano – Cultura e in collaborazione con Università degli Studi di Milano, Teatro Franco Parenti e TVM Media, propone 1968-78 Italian Box Office, una manifestazione che coniuga cinema, musica, fotografia e incontri per raccontare, nell’anno del cinquantesimo anniversario del ’68, i gusti, le tendenze e l’immaginario dell’epoca.
Dai classici film di interesse internazionale come Il laureato, King Kong, Guerre Stellari, a quelli che rielaborano i generi in una chiave nuova come 2001 Odissea nello spazio, Giù la testa, I ragazzi del massacro, Requiescant, passando per le sperimentazioni di Jodorowski (La montagna sacra), Ken Russell (I diavoli) e Carmelo Bene (Nostra signora dei turchi), fino al moderno e insuperato musical Jesus Christ Superstar.
In programma anche alcune opere che, direttamente (Romanzo popolare di Monicelli, Prima che la vita cambi noi di Felice Pesoli) o in modo trasfigurato (I cannibali di Liliana Cavani) rappresentano la Milano di quegli anni, e Nudi verso la follia, documentario che sarà preceduto da un concerto dal vivo per rievocare lo storico happening del 1976 al Parco Lambro.
Un’offerta pertanto estremamente varia, che ci racconta la vitalità di un cinema che ancora oggi lascia dei segni profondi nel linguaggio e al tempo stesso ci aiuta a interpretare un periodo tanto complesso.
Oltre alle proiezioni, non mancheranno brevi incontri con testimoni dell’epoca, studiosi, attori, musicisti che, nell’ora dell’aperitivo, regaleranno al pubblico una breve testimonianza della loro esperienza in quegli anni, a sottolineare come l’elemento della socialità e dell’incontro live rappresentiuno snodo fondamentale dell’iniziativa.
R.e sc.: Alejandro Jodorowsky. Int.: Nicky Nichols, Richard Rutowsky, Adriana Page, Burt Kleiner,
A. Jodorowsky. Messico, 1973, 115’, v.o. sott. it.
Il racconto del lungo cammino di nove uomini, guidati da altrettanti saggi, alla ricerca dell’immortalità in un film che rappresenta una vera e propria avventura mistico-simbolica per lo spettatore, al quale il regista vuole offrire un’esperienza profonda e intima, che cambi il suo io e che possa estendersi al di là dell’apparato cinematografico in cui la visione è rinchiusa. Un viaggio progressivo verso la verità, irraggiungibile per definizione, ma i cui bagliori si possono cogliere attraverso la fruizione della bellezza.
Nella sua autobiografia, intitolata La danza della realtà (Feltrinelli, 2006), Jodorowsky dichiara: «Dopo due mesi di preparazione chiusi in casa senza mai uscire, dormendo soltanto quattro ore al giorno e facendo esercizi iniziatici per il resto del tempo, più altri quattro mesi di lavoro intenso viaggiando per tutto il
Messico, avevamo perduto ogni rapporto con la realtà. Il suo posto era stato preso dal mondo cinematografico. Io, posseduto dal personaggio del Maestro, ero diventato un tiranno. Volevo ad ogni costo che gli attori raggiungessero l’Illuminazione. Non stavamo facendo un film, stavamo filmando un’esperienza sacra.»
Film al 92° posto nel box office italiano della stagione 1973 – 74.
R.: Felice Pesoli. Sc: Felice Pesoli, Matteo Guarnaccia. Fot.: Maurizio Romanelli. Mont.: Fabrizia Vitaletti. Int.: Giorgio Cerquetti, Fabio Treves, Massimo Pirotta, Andrea Majid Valcarenghi, Eugenio Finardi, Riccardo Bertoncelli, Claudio Rocchi, Giulia Amici, M. Guarnaccia. Produzione: Ranuccio Sodi per Showbiz Inc. Italia, 2015, 80’.
La nascita della controcultura giovanile a Milano e dintorni nel periodo precedente il Sessantotto. Proteste, scontri e infuocate assemblee erano all’ordine del giorno, ma nel frattempo esplodeva anche un movimento vitale e creativo legato alle suggestioni hippie. Il documentario mostra l’altra faccia del movimento giovanile nato tra la seconda metà degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, quello che rifiutava la violenza e al marxismo preferiva la beat generation. Un film necessario nel quale Felice Pesoli ci restituisce un ritratto coloratissimo del periodo. I ragazzi scappano di casa, capelloni e scontenti di una società che non li rappresenta più. Vendono «Mondo Beat» e «Re Nudo» ai bordi della strada, organizzano raduni pop, vivono nella comune, hanno voglia di cambiare il mondo a suon di sitar. Si parla di yoga, di droghe, di libertà sessuale, di vita in comune, di viaggi da Milano all’India, di contaminazioni ed esperienze estreme.
R., sc., scenog e costumi: Carmelo Bene. Int.: C. Bene, Lidya Mancinelli, Ornella Ferrari, Anita Masini, Salvatore Siniscalchi, Vincenzo Musso. Italia, 1968, 124’.
Un film inclassificabile, visionario, magnetico, girato a basso costo in 16mm, privo di tradizionale sceneggiatura, incentrato sulla compenetrazione tra contemporaneità e passato, esperienza personale del regista e leggendaria invasione dei Turchi del Sud Italia nel XV secolo.
Grazie alla peculiarità della ricerca linguistica, Nostra signora dei turchi è uno degli esempi più significativi della sperimentazione filmica italiana.
Premio speciale della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 1968.
Le recite sono terminate. Clicca qui per i prossimi spettacoli in scena al Parenti.
Sala AcomeA